Bene, possiamo anche non essere d'accordo, no?
Le mie opinioni su questo argomento (Marillion) si basano da sempre su sensazioni e sono queste sensazioni ad avermi guidato dal primo di giorno di 'conduzione' del fan club. E così tutte le iniziative intraprese. TUTTO basato su sensazioni, perché vi parrà strano, ma abitare in nazioni diverse ti fa anche vivere le cose in maniera diversa. Siamo tutti appartenenti al genere umano, ma questo non significa reagire alle stesse cose nello stesso modo.
Ciò che magari esalterebbe me, può lasciare indifferenti loro e viceversa.
E' ANCHE questo ciò che ho fatto nel corso degli anni. A volte mi aspetto chissà cosa da una certa iniziativa o idea che mi viene e la loro risposta magari è freddina, se non indiferente.
Qui non si sta parlando di "boy band o giornalini dei teenager"...libero di vederli come tali, se vuoi.
Ma non stai parlando a un sedicenne, ma a un cinquantreenne.
Io SO di cosa parlo.
Vuoi parlare di emozioni? OK, le emozioni della band nel vedere facce amiche in prima fila ci sono. E non parlo solo dello staff, sia chiaro, ma di volti che loro identificano con Italia.
Vuoi/volete che lo neghi?
Non posso. E' umano, come già ho scritto ed è bellissimo.
Vuoi che non ti dica che la sesta fila, quella dietro di me, era popolata da MORTI VIVENTI?
Non posso.
Vuoi che neghi che a Roma l'entusiasmo era sopito da un qualcosa che non riesco a spiegarmi?
Non posso. O forse si. A Roma, non so perché, continuano a venire a questi concerti un numero considerevole di "nostaligici", oltre agli 'imbucati politici' e questi nostalgici scassano le palle se non sentono certe cose...evidentemente a Padova non c'erano.
A Roma qualcuno mentre faceva pipì prima del concerto diceva: "OH finalmente vedrò Fish..."
A Roma spesso e volentieri gli applausi partivano dalle retrovie, anche durante i passaggi dei brani...mi sono detto "Beh, è bello che vengano applauditi i momenti particolari delle suite..."
Ma poi nelle ore successive mi sono ricreduto: non erano applausi di 'transizione', ma applausi di chi era convinto che il brano fosse finito, mentre invece era il termine di un 'movimento' dei pezzi più lunghi.
Questo significa poca conoscenza del catalogo ultimo della band. E forse loro - dopo decenni di esperienza - se ne accorgono.
Boy band o non boy band, QUALSIASI artista NECESSITA del calore del pubblico per esibirsi al meglio, non scherziamo su queste cose.
Poi, certo, ci sono gli artisti finti e gli artisti ormai consumati che si esibiscono senza notarlo, ma questo non è il caso dei Marillion.
Come ho già detto, qualcosa di invisibile e inspiegabile scatta tra chi sta sul palco e chi sta in platea. Una congiunzione di spiriti, una corrente elettrica non identificabile e sopratutto non replicabile seguendo schemi conosciuti.
Ho visto concerti dove secondo me il pubblico era stato fantastico e dopo lo show la band mi ha detto che l'audience era stata tiepida. Come confutare questa cosa? Impossibile, sono sensazioni, come dicevo all'inizio.
E confermo la MIA sensazione che avere persone che la band conosce in prima fila fa la differenza...stupido da parte loro? Ingenuo da parte mia pensarlo?
Non credo...o magari fa la differenza la fa il fatto che vedendo lo staff in prima fila, come a Padova, la gente ha un punto di riferimento, un magnete che li attrae per venirci a salutare e tutti si accodano per creare un gruppo MERAVIGLIOSO come accaduto a Padova e ad Arcimboldi lo scorso tour.
Evidentemente questa elettricità che si crea in quei lunghi minuti di abbracci e saluti affettuosi tra decine di persone crea un qualcosa di magico e di inspiegabile che poi NOI TUTTI trasmettiamo sul palco.
Ripeto e lo ripeterò sempre: qui non si tratta di "meglio Roma di Padova" o viceversa; si tratta solo di constatazioni oggettive di situazioni che si sono create negli anni e sulle quali - essendo se mi permettete la persona che conosce meglio e personalmente ogni membro della band - mi piace ragionare e che mi piace capire.
Sono un sognatore? Evidentemente si, ma i successi ottenuti in questi 12 anni mi dicono che faccio bene ad esserlo.